Nella serata di ieri, al termine di un mirato servizio volto a contrastare il fenomeno della prostituzione, i carabinieri della Stazione di Atripalda hanno fatto irruzione all’interno di un appartamento di Pianodardine, sorprendendo due donne di nazionalità straniera ritenute dedite all’attività di meretricio e sottoponendo poi l’intera unità abitativa a sequestro penale. L’attività investigativa è nata, come spessissimo accade, da alcune lamentele dei condomini, comparate con l’apparizione degli annunci online sui più noti e famoso siti per incontri sessuali. Dal comunicato dell'Arma. È stato così che, sin dal pomeriggio di ieri, i militari dell’Arma atripaldese hanno disposto un servizio di osservazione e controllo in abiti borghesi nei pressi della presunta attività di prostituzione. Nel corso del servizio, sono state effettivamente notate delle persone, esclusivamente di sesso maschile. Una volta usciti, questi uomini sono stati subito fermati e sentiti a sommarie informazioni dai carabinieri. Descrivevano la stessa dinamica: avrebbero avuto modo di conoscere dell’esistenza di quella casa d’appuntamento grazie ad un’inserzione su internet, avrebbero poi contattato il numero telefonico fornito nell’annuncio, al quale avrebbe risposto una delle donne, con la quale si sarebbero messi d’accordo sul prezzo, sull’ora e sul luogo dell’appuntamento. Una volta fatto accesso nell’appartamento, sembrerebbe doveva corrispondere un pagamento anticipato di circa 70 euro, prima d’iniziare l’attività di meretricio ritenuta essere in questione. Nella serata di ieri, i carabinieri hanno deciso di fare ingresso all’interno dell’abitazione, bloccando così le due donne sudamericane, poi generalizzate in 2 dominicane, regolari in Italia e dotate di appositi permessi di soggiorno, anagraficamente residenti in altre parti del territorio nazionale. Nel corso della successiva perquisizione locale dell’appartamento, di cui sono risultate locatarie proprio le 2 donne ivi fermate, aggiunge il comunicato dell'Arma, i militari dell’Arma hanno potuto rinvenire del materiale erotico, i telefoni cellulari nonché denaro contante per oltre 200 euro. Le donne sono state poi portate in caserma per essere sentite quindi rilasciate con una denuncia penale perchè ritenute responsabili del reato previsto dall’articolo 3 della legge n.75 del 20/02/1958 concernente la conduzione e l’esercizio di una casa di prostituzione, nonché con una proposta per l’emissione del provvedimento amministrativo del foglio di via obbligatorio dal comune di Atripalda. Tutta l’attività andrà quindi ora al vaglio di convalida della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Avellino, coordinata dal dottor Rosario Cantelmo.

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