Avellino. Ieri mattina, una delegazione della Federazione provincialea dei Comunisti Italiani, guidata dalla segretaria cittadina Maria Grazia Foschi, ha preso parte alla manifestazione indetta dalla Cgil e dalla FP CGIL per chiedere il ripristino dell’assistenza domiciliare in provincia di Avellino. Attualmente sono 825 i malati che sono stati privati del servizio. Dal comunicato dalla Federazione provinciale del PdCI. Cifre che richiedono una riflessione profonda, poiché oltre ad aver negato ogni supporto a così tanti pazienti, questa situazione crea un’incertezza lavorativa per molti operatori socio-sanitari che lavorano nel settore. A Florio e ai vertici amministrativi dell’Asl chiediamo una riflessione sul punto, poiché dietro questi numeri non ci sono solo faldoni con certificati e richieste protocollate, ma cittadini, donne e uomini in carne ed ossa, ammalati di patologie gravi e seriamente bisognosi di assistenza. Auspichiamo, quindi, che il Prefetto, Carlo Sessa, convochi ad horas un tavolo con le parti sociali, il direttore dell’Asl Sergio Florio e il Comitato dei Sindaci, presieduto dal primo cittadino di Avellino, Paolo Foti, per l’immediato ripristino del servizio per tutti i malati. Dopo che, viene aggiunto, la decisione dell’azienda sanitaria locale ha arrecato notevoli disagi agli utenti, appare ancora più incomprensibile l’atteggiamento dilatorio della dirigenza. Nonostante il 2013 sia stato archiviato, e con esso la dotazione finanziaria dell’anno trascorso, non è stato riportato a regime un servizio essenziale. D’altra parte, resta ancora senza spiegazioni la decisione assunta da Florio, lo scorso anno, di restituire alla Regione ben 32 milioni di euro destinati al territorio irpino, pur essendovi evidenti necessità d’intervento. L’Irpinia non può più tollerare simili disastri gestionali, l'analisi politica che conclude il comunicato, della cosa pubblica.

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