Avellino. Si chiama Prodest il nuovo progetto politico per le amministrative di fine maggio che sanciranno il rinnovo del Consiglio Comunale di Avellino. Ieri pomeriggio, con inizio alle ore 18, all’interno di un noto circolo della frazione Valle, lo ha presentato uno degli ideatori, Paolo Ferraro. "Credo che, queste le prime parole di Ferraro, tutto quello che vogliamo dirci questa sera (domenica) possa essere riassunto in una sola parola: Basta". Ferraro dice Basta alla politica che è ricerca di "soli voti, con le prospettive e le idee lanciate solo in campagna elettorale e nulla più, con un futuro che per giovani e anziani, praticamente non ha nemmeno le fondamenta". Ferraro parla della sua esperienza quale neofita della politica quasi come se, (riporta il comunicato) insieme ai suoi più stretti collaboratori, avesse voglia di fare un esperimento: "Vedete (rivolto alla platea, almeno un centinaio per il primo incontro pubblico), ad Avellino, ma in tutt’Italia la politica ha sempre guardato tutti dall’alto verso il basso, ritiene nella sua analisi politica. Il programma è quello di stabilire un candidato sindaco e attorno a questo nome lavorare per raggiungere l’obiettivo. Noi, invece, vogliamo lavorare al contrario. Abbiamo un programma, che per ora è poco più che una bozza, una volta scandagliata una serie di papabili persone interessate a rappresentarci, solo allora vedremo chi si candiderà a sindaco. Ecco, vogliamo partire dal basso, dalle esigenze, dalle  idee e non dalla politica. Non che la politica non ci interessi ma, certo non si può dire che la stessa interessi la gente". Naturale la citazione dello tsunami del Movimento cinque stelle: "Il loro risultato attesta che la gente ha voglia di cambiare. Il nostro obiettivo è l’aggregazione, il coinvolgimento di tutti".

"Il manifesto presentato ieri sera ruota attorno ai primi cinque punti cardine di un programma che vuole la partecipazione dell’elettorato per essere continuato a redigere. Per prima cosa, continua l'analisi politica, riappropriarsi di una città che non esiste più. In secondo luogo creare tutti i presupposti affinché le eccellenze di Avellino diventino da sole il traino di un’economia al "collasso". E ancora aprire i varchi alla variante Nord del capoluogo affinché si possano creare le reali prospettive di uno sviluppo sostenibile. Puntare sulle energie rinnovabili". Ed è qui che Ferraro si sofferma: "Il problema odierno non è il reperimento di fondi per le rinnovabili, quanto la programmazione seria e dettagliata di una serie di ristrutturazioni che vanno fatte affinché le energie alternative possano essere utilizzate". Punto cinque la mancanza di un polo universitario, continua il comunicato: "L’unica città campana che ancora oggi è tagliata fuori dall’istruzione universitaria è Avellino. Abbiamo le strutture e le capacità...E l’idea è chiara: Un polo di aggiornamento post-laurea che potrebbe trovare la sua sede in locali demaniali. Insomma, è pur vero che abbiamo un certo numero posti della facoltà di medicina dislocati alla città ospedaliera per il corso di scienze infermieristiche, per una città di oltre cinquantamila abitanti sono esigui se si crede di poter far ruotare commercio ed economia attorno all’istruzione", ancora l'analisi politica. Un’ultima analisi la riserva alle coltivazioni e alle eccellenze enogastronomiche irpine: "Noi abbiamo il dovere di valorizzare quanto di meglio abbiamo nelle nostra terra. E se ci sarà bisogno di creare, o di gettare le basi per la sua costituzione, di un consorzio siamo disponibili a discuterne con chiunque". E chiude: "La nostra intenzione è quella di mettere tutti i cittadini al centro del progetto. Non parliamo di elezioni a cariche amministrative che potranno cambiare la nostra vita. Anzi, visto il momento di enorme difficoltà sono nelle condizioni di poter affermare che quello della politica, deve ridiventare un impegno tra la gente". 

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