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COMUNI  -  AVELLINO
Ballottaggio; Pizza e Ciampi toni alti Attenzione, rischio di offendere la Città
16 GIUGNO 2018 - Ore 17:27

Avellino. Domenica 24 Giungno turno di ballottaggio per decidere chi sarà il Sindaco tra Nello Pizza sostenuto dal PD, pezzi dem, di "Articolo 1 Democratici e Progressisti" e Popolari demitiani "contro" Vincenzo Ciampi del Movimento 5 Stelle, sostenuto dagli sconfitti al primo turno, Luca Cipriano, Sabino Morano e Costantino "Dino" Preziosi. I toni che si stanno usando sono molto duri. Entrambi sono dei professionisti, entrambi laureati in Legge ma politici alle prime armi. Stanno emergendo concetti, forti e magari risaputi, qualcuno potrebbe pensare ma di certo la "campagna" si sta accendendo troppo e sarebbe il caso in questa settimana che manca alla chiusura ufficiale della "lotta" di valutare cosa si e detto e forse chiedere scusa alla Città la quale, corpo elettorale, ha delle "note stonate da tempo che si ripetono nel tempo" avendo contribuito a costruire una sorta di "maggioranza-minoranza democratica, certamente legittima, ma sempre con la stessa matrice"; Il dubbio che l'elettore avellinese non sappia guardare oltre il proprio naso potrebbe starci. Utilizzare tonni aggressivi, magari giusti nel merito, non autorizza superare una certa soglia di demarcazione che è quella della pacatezza che sembra non esserci. Ciampi all'attacco e Pizza improvvisamente alza la voce, qualcuno potrebbe pensare perchè comincia da "Insinuarsi" un pò di paura di perdere. Chi vincerà lo decreteranno gli elettori ma in questa settimana lasciate arrivare i programmi.

Vi proponiamo la "lettera" di Pizza pubblicata sul suo profilo social e quella di ieri del candidato pentastellato e dello stesso esponente del centro sinistra:

"Caro Vincenzo, 
non avevo dubbi, hai rifiutato il confronto. Senza gobbo e senza ventriloqui, capisco la tua difficoltà. Per certi versi non mi va di infierire. Qualche puntualizzazione la voglio, però, fare. Innanzitutto sul metodo.

Vedi, Vincenzo, io non ho voluto fare i confronti al primo turno, perché si sarebbero svolti dentro un contesto più articolato: otto candidati a sindaco, le liste, una maggiore diversificazione di posizioni. Ne abbiamo fatti tantissimi invitati da associazioni, da comitati. Ognuno ha avuto modo di esporre le proprie idee, le proprie proposte. Ma al ballottaggio no, al ballottaggio è diverso: ci sono solo i due sfidanti. E basta. Caro Vincenzo, nel confronto che avevo in mente io non avrei avuto i padrini per i quali mi pare tu abbia una specie di ossessione e tu non avresti avuto i tuoi "impavidi" parlamentari. Questo era il senso del confronto che hai rifiutato.

Detto questo, visto che non vuoi farlo tu, sento forte la necessità di scusarmi a nome tuo. Con la città, con gli avellinesi. Non puoi continuare ad offenderli come hai fatto per tutta la campagna elettorale e come stai facendo ancora in queste ore nel bieco e puerile tentativo di aizzare una parte evidentemente residuale degli elettori.

Vedi Vincenzo, non puoi dire, come pure ti fanno dire, che che il 24 giugno ci sarà il giudizio universale a cinque stelle che dividerà la città tra buoni e cattivi, tra onesti e disonesti, tra conservatori e rivoluzionari, tra parassiti e produttivi. Perché è questo che dici (o che ti fanno dire).

Vedi Vincenzo, mi auguro che tu prenderai le distanze da questo pastrocchio che gli altri candidati sindaco ti stanno allestendo. Mi hai crocifisso per l’accozzaglia sporca e selvaggia, ricordi? E oggi quest’ammucchiata cialtrona come la definiresti? L’esercito della santa alleanza? Io sono certo che per la coerenza che da sempre contraddistingue il tuo partito – voi siete quelli del “mai alleanze con chi ha mangiato nel vecchio sistema” – tu non accetterai sostegni straccioni. Anche perché tu lo sai, si tratta di un sostegno non certo dato a titolo gratuito…

Mi rivolgo agli avellinesi adesso: ditelo a chiare lettere a questi rivoluzionari d’accatto che anche voi come tutti avete fatto i sacrifici per costruirvi le vostre esistenze, per dare un indirizzo ai vostri percorsi professionali, per tirare su i vostri figli, per fare la vita che fate. Come me, come tutti.

Spezzate questa loro convinzione di comunità asservita, dedita al clientelismo più spinto. Ditelo al vicino di casa, al vostro amico che, magari abbagliato da questo nuovismo pieno di vuoto, sarebbe intenzionato a votare per loro.

Ditelo ai vostri parenti che per il M5S gli avellinesi si lasciano abbindolare da promesse, amano praticare il voto di scambio, sono facili prede del ricatto. Indignatevi come mi sono indignato io e comunicatelo questo sdegno. Vi dipingono come parassiti. E questo è inaccettabile.

E' una rappresentazione folcloristica che rifiuto. E’ una visione ignobile di chi chiede il voto ma in fondo disprezza la democrazia, di chi chiede il voto ma in realtà non crede che i cittadini siano degni di votare. E’ l’ipocrisia del moralismo, è la rabbia della frustrazione che vuole andare al potere per poter separare i fedeli dagli infedeli.

Sul resto, caro Vincenzo, sul governo eterodiretto, sulle presenze che tu ritieni asfissianti e su tutta questa mitologia ridicola che vai raccontando a mo' di nenia da 45 giorni, non ho nulla da aggiungere. Mi dispiace che ti facciano dire queste cose e che tu le ripeta per poi dovertene scusare in privato.

So che sei una brava persona e che sei capitato nel posto sbagliato. Ma per fare il sindaco di Avellino bisogna amare gli avellinesi. E non disprezzarli. Amarli come li amo io".

 

Il "pezzo" di ieri

Avellino. Nello Pizza candidato alla carica di Sindaco per la coalizione di centrosinistra "comprensiva" del PD ufficiale di pezzi dem, popolari ed Articolo-Uno MDP chiede, dalla sua pagina virtuale un confronto al "competitor" Vincenzo Ciampi del Movimento 5 Stelle il quale, dopo la "negazione" al primo turno, si rifiuta: Queste le "ragione":

Così Pizza: "Sono ancora in attesa di una risposta da Vincenzo Ciampi sulla mia proposta di un confronto. Per il turno di ballottaggio, infatti, la sfida è tra i due candidati sindaco. Ed è giusto che i cittadini si facciano un’idea compiuta circa il progetto che ciascuno di noi vuole realizzare in caso di vittoria. Da Ciampi mi aspettavo un cenno di riscontro per avviare l’organizzazione del confronto e per definirne le modalità. Ma niente di tutto questo è accaduto finora. Comprendo che lui sia molto impegnato ad organizzare l’agenda per i ministri che caleranno in città, pratica molto in voga nella tanto vituperata Prima Repubblica...

Il confronto potrà togliere ogni dubbio perché non c’è mediazione e non c’è rete di protezione. Non ci saranno parlamentari che proveranno a correggergli le battute e non ci saranno le liste che per i grillini rappresentano una vera ossessione.

Ciampi avrebbe così modo di spiegare come immagina di costruirsi una maggioranza in caso di vittoria, di volta in volta, provvedimento per provvedimento, e anche a quali degli altri candidati sindaco - alcuni dei quali fino a sabato scorso erano il male assoluto ai loro occhi - e dei miei consiglieri “impresentabili” immagina di chiedere aiuto per soccorrere la sua eventuale anatra zoppa. Ciampi avrebbe modo di spiegare come mai tutti coloro che sistematicamente e scientificamente sono stati accattati per un mese intero di campagna elettorale sono improvvisamente diventati unti del Signore, validi strumenti per realizzare il disegno di liberazione della città. Questi dubbi credo li abbiano legittimamente tutti i cittadini. Il confronto è l’occasione per scioglierli.

Senza gobbo, dico a Ciampi, senza tutori e ventriloqui. Lo deve agli elettori, ai cittadini che, a parole ed in maniera estrosa, dice di voler riscattare. Aspetto una risposta".

Così CiampiExcusatio non petita, un mettere avanti le mani senza che ce ne fosse bisogno. Caro avvocato Pizza, il marziano che è in lei è ritornato sulla terra. Il candidato del centro-sinistra, a distanza di circa 20 giorni dalla volta in cui l’ho sfidato io per prima pubblicamente, ora mi chiede, in maniera nervosa ed ansiosa, il confronto e sta facendo anche pressione ogni giorno, tramite qualche televisione amica, per organizzarne uno “pilotato”. Un po’ troppo tardi, caro Pizza, non trova? Forse Pizza lo fa per confermare che sarà lui il sindaco della sua compagine consiliare. Vuole forse rassicurare la città che davvero ha una squadra coesa e in grado di governare? Forse vuole far dimenticare che  lui è il sindaco di minoranza più di quanto lo sarei io in caso di elezione? Non è lui che dovrà fare i conti con colossi  in numero di preferenze che l'hanno umiliato al primo turno dandogli una quindicina di punti di distacco?  Non è lui che deve fare i conti  con questo gap dato che è stato già tradito nell'urna dai suoi stessi alleati? Io non vedo confronti all’orizzonte, per il semplice fatto che Pizza mi sembra soltanto il fantasma della sua ingombrante maggioranza. Penso, piuttosto, alla mia battaglia per conquistare la città contro un risultato al primo turno che è stato costruito dagli avversari voto su voto con  un sistema di liste che ha mostrato di essere guidato dai signori delle tessere e dei voti.

Non parliamo affatto di voti comprati e venduti ma di assunzioni a tempo determinato e di  promesse vere o fasulle, di diritti mascherati da aiuti consegnati con il contagocce alla parte più disagiata della città, questo sì.

Finanche l'apertura ridicola di un passaggio pedonale al ponte della Ferriera, la consegna finta delle case popolari,  l'avvio dell'attività del teatro (gestito da altri), le strisce pedonali e il taglio dell'erba nelle aiuole sono stati fatti passare  come un efficientismo che avrebbe dovuto durare un quinquennio e che si mostra solo a fine mandato.

Il sindaco di Avellino in epoca Foti è stato un signore che comanda (lui sì eterodiretto da Benevento) anche nel partito democratico e che si chiama Livio Petitto.

Perché non avete candidato lui? Come lo contrasterà il sindaco? Si accontenterà di fare il vice sindaco, Petitto, o darà in pasto la città a del Basso De Caro definitivamente con la compiacenza del partito dei costruttori?

Il vero confronto dovrei farlo con Petitto? O con De Caro? Certo non con Pizza, che si professa come il nuovo, avendo con sé 15 consiglieri su 18 che appartengono al passato.

Io sono supportato da una squadra di deputati legittimamente eletti, giovani e competenti, tra cui un sottosegretario di Stato; lui ha dalla sua parte un consesso silenzioso e minaccioso di consiglieri  che hanno mietuto voti in cambio di cortesie e hanno condizionato in un’ammucchiata senza progetto la vita della città, con l'obbiettivo di continuare per altri cinque anni.  Io dalla mia parte ho 32 giovani professionisti e lavoratori che hanno raccolto il 50% dei voti dell'ammucchiata del potere e sono riusciti a portarmi al ballottaggio. Loro quelli di Pizza, hanno già perso perché non hanno potuto fermarci.

I miei parlano sui social e nei quartieri, nei bar e per le strade, quelli di Pizza nei salotti e nei luoghi del potere. I miei parlano il linguaggio della modernità, dell'innovazione tecnologica, del cambiamento del progetto di sviluppo per il territorio valorizzando ambiente e talenti; loro, quelli di Pizza, parlano il linguaggio di Mancino e De Mita che per cinquanta anni hanno disseminato la città e la provincia di signor sì al vertice di qualunque ente o azienda pubblica o parapubblica, e comandando nel privato offrendo prebende e aiuti di stato.

Ecco, sono due mondi diversi che si  contrappongono. Sono due storie della città che raccontano le nostre liste: noi che partiamo per lavorare e studiare fuori come è capitato e a me e loro che restano qui a con rendite di posizione basate sul sistema politico del padrinaggio e sulla selezione del merito in base a voti e appartenenza. Loro hanno creato così un consenso succube e malato,  noi abbiamo detto alla città che si può cambiare liberandoci dall'apparato soffocante di chi controlla il voto, quindi la nostra vita. E che oggi non può proporci più niente.  Non chiediamo atti di sudditanza o di ubbidienza. Quelli che Mancino e De Mita chiedono ancora una volta agli avellinesi: Pizza lo sa bene. E ci teme. Altrimenti non ci avrebbe chiesto il confronto. Un confronto che sa di scuse alla città: scusate se mi sono candidato con loro. Io invece sono orgoglioso di esserci e per la  città mi batto ancora fino alla fine. Per la città, non per chi sulla città vuole continuare a mangiare”. La dura risposta in analisi politica del candidato pentastellato. 

 

 

 



Comunicato - Avellino - 16 GIUGNO 2018 - Ore 17:27






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