"Il mio orientamento è stato sempre legato alla sinistra, e la scelta di iscrivermi oggi al Pd è in linea con la mia storia. Non ho mai avuto un ruolo attivo di militanza, perché non ne ho avvertito mai l'esigenza". Questo l'esordio dell'intervista al "Tempo" della neo iscritta al Pd, Sara Manfuso, direttrice dell'associazione "IWoman", che continua attraverso la "presente" nota stampa:  "Lo stato emergenziale in cui ci troviamo mi ha spinto a voler dare un mio contributo. Innanzitutto non facendo finire il mio voto nell'astensionismo ma aderendo in maniera piena al Pd che per me è l'unica risposta possibile anche alla deriva del populismo fortemente imperante. Oggi - polemizza Sara Manfuso - sono più le persone, che hanno abbandonato Renzi per logiche di potere che quelle che stanno dando un contributo serio al partito dopo il 4 di Dicembre. Mi riferisco soprattutto a quelli che amavano stare accanto a Matteo Renzi dopo le Europee e che poi hanno preferito "riposizionarsi" dopo la sconfitta referendaria". Sara Manfuso non vuole essere definita "né amazzone, né fan, né tifosa. Sono anche critica rispetto a Renzi. Del resto, in passato lo sono stata rispetto ad Alfredo D'Attorre nel 2013, quando è entrato in Parlamento con Bersani ed io non ho preso la tessera in quell'occasione. Non vedo perché debba dimenticare il mio spirito critico oggi". Appassionata paladini dei diritti civili e dell'europeismo Sara Manfuso crede "che sul tema lavoro il Pd abbia fatto moltissimo. Il Jobs Act è una riforma moderna, che poteva in qualche modo essere fatta meglio ma ci sono state delle modifiche essenziali come l'abolizione dei voucher. La flessibilità garantita dall'abbattimento di quello che ormai era rimasto soltanto come un simbolo, ossia l'articolo 18, ha in qualche modo rimesso in moto l'economia". "Ho grande stima per il ministro Orlando come Guardasigilli - conclude Sara Manfuso riflettendo  sugli altri candidati alle primarie - ha fatto un ottimo lavoro, e penso che per il Pd sia un valore aggiunto. Faccio un pò più di fatica a riconoscermi in Emiliano: mi è sembrato poco serio nel suo voler sparigliare le carte".

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