In Piazza Montecitorio a Roma una pubblica iniziativa del Forum del Terzo Settore, per chiedere al Governo e al Parlamento un intervento per una rapida approvazione del dispositivo fiscale connesso alla Riforma. Anche il Presidente delle Acli irpine, Alfredo Cucciniello, lancia un grido d’allarme "perché il mancato completamento della riforma del Terzo Settore, avviata nell’ormai lontano 2017, sta portando conseguenze disastrose per tutto il no-profit italiano, ed in particolare per l’associazionismo di promozione sociale e per il volontariato. l'analisi di Cucciniello. Senza un sollecito e risolutivo intervento, rischiamo di scomparire, con ripercussioni gravissime sulla capacità di rispondere alle emergenze e di assicurare un welfare a misura di ciascun cittadino di questo Paese; le nostre organizzazioni, che svolgono un ruolo fondamentale, devono esser messe nelle condizioni di operare al meglio e con le giuste tutele; oltre il lavoro di anni e quotidiano al servizio dei cittadini, abbiamo sempre risposto tempestivamente anche nel momento dell’emergenza e i momenti critici degli ultimi anni lo testimoniano. Abbiamo dovuto plasmare e riformulare i nostri modelli organizzativi, ci siamo spesso dovuti “reinventare” pur di non lasciare sole le persone durante le fasi più acute della pandemia e altrettanto stiamo facendo in questi giorni per l’emergenza umanitaria insorta a causa del conflitto in Ucraina. Nonostante le incertezze sul futuro, le nostre Associazioni sono sempre in prima linea nell’offerta di servizi di socialità, prossimità, solidarietà alle nostre comunità, garantendo e tenendo ben salda la coesione sociale. Riceviamo per queste attività unanimi riconoscimenti ed apprezzamenti, ma questo non basta più. C’è bisogno di fatti concreti e che vengano approvate le nuove norme fiscali. C’è il paradosso di chiedere agli enti del terzo settore di trasmigrare nel Registro Unico, il RUNTS, senza che essi conoscano il loro destino fiscale. Queste incertezze normative fanno sì che ampi settori dell’associazionismo e del volontariato rischino di non diventare enti di terzo settore La possibile scomparsa di tante esperienze di impegno civico, a cominciare da quelle più piccole e da quelle che operano nei territori più complessi e problematici, sarebbe drammatica. Noi non chiediamo trattamenti di favore o particolari privilegi, ma solamente regole chiare, stabili, non vessatorie, non peggiorative della situazione attuale. Oggi ci viene chiesto di migliorare il nostro impegno senza che a ciò corrisponda qualche nuovo incentivo e sostegno, e rischiamo altresì di essere considerati e trattati come pericolosi evasori fiscali”.

La Riproduzione del materiale pubblicato su Cinque Righe è vietata
Note Legali