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EDITORIALE  - 
Referendum; "No" non conveniva? Bello vincere facile? Politica dello "#ciaone"?
18 APRILE 2016 - Ore 19:16

Il Referendum di ieri "Trivelle", cosi "asciugato" non ha raggiunto il quorum necessario per l'abrogoazione di quanto si richiede (link a piè di pagina). Lo strumento referendario, "abrogativo" di una Legge richiede il superamento della soglia dei partecipanti al voto nel numero del 50% più 1 mentre quello Costituzionale, per il quale si dovrebbe andrare al voto in Ottobre non prevede tale soglia. Il "Referendum d'autunno" sarebbe quello sul quale il Premier Matteo Renzi avrebbe "scommesso" sulla sua permanenza a "Palazzo Chigi" in quanto tale voto esprimerà l'approvazione o meno delle Riforme apportate alla Carta Costituzionale dal suo Governo. Ricordiamo che il Presidente del Consiglio dei Ministri è anche il Segretario nazionale del PD. (Quattro sono le "forme" referendarie). Il primo Referendum è stato quello sulla forma Istituzionale del nostro Paese, ossia lo scegliere tra Monarchia e Repubblica; la partecipazione sfiorò il 90% e vide per la prima volta la partecipazione al voto delle donne. 

Quanto al quesito referendario di ieri, non vogliamo entrare nella questione di merito tra il SI e NO ma fare una breve riflessione politica. Il recarsi alle urne è un esercizio che negli ultimi anni, nelle ultime Consultazioni (politiche, amministrative, referendarie) ha visto la partecipazione con un trend al "ribasso". Il "problema" politico nato nel corso della campagna elettorale è stato quello dell'invito all'astensione da parte di molti, "sembrerebbe" proprio anche da parte dello stesso Segretario del PD ma soprattutto Capo del Governo. La questione non è la "legittimità" o meno dell'eventuale invito ma è l'opportunità politica. "Abbandoniamo" Renzi o chi per lui. Il Cittadino-Elettore si aspettava o meglio si augurava l'accorpamento alle Amministrative del 5 Giugno anche per una "questione economica" in quanto "votare comporta spese" e quindi ci si sarebbe aspettato che chi magari lo "vedesse" come "sfida" o a maggior ragione se lo ritenesse "inutile"avrebbe fatto in modo che venisse "accorpato"; Quindi l'elettore si chiede e forse si risponde anche: Se non si era sostenitori del SI e le proprie ragioni erano forti, convinte perchè non sostenere il NO piuttosto che "spendersi" per l'astensione o anche solo "augurarsela"? Il fallimento del raggiungimento del quorum è di fatto la vittoria dello stesso NO quindi si potrebbe pensare che, essendo l'astensionismo una "costante" degli ultimi anni nella espressione del voto, l'obiettivo "indiretto del NO" stato sarebbe raggiunto neache attraverso "sforzi" e magari farla passare poi per "vittoria politica"? Chi credeva nella propria politica doveva sostenere il NO e vedere quanti ne avrebbe trovati nelle urne. "Vincere facile" a che e a chi "serve"? Infine, a "corredo" è arrivato un "tweet" di un esponente PD che ha "salutato" il non raggiungimento del quorum con lo "ciaone"; Che vuole dire? Precisazioni o meno resta lo 'sto "ciaone" cinguettato che sembra non sia piaciuto a molti (di qualunque parte politica o "tendenza referedaria"). Meno tweet e più politica, questo vogliono gli Elettori. La "fortuna" per tanti è che i "poveri" (ben oltre la soglia "fisiologica" ma anche se il povero fosse uno sarebbe una sofferenza e una sconfitta per chi fa Politica, quella Alta, Nobile, Vera, Reale, per il Popolo), chi vive grosse difficoltà nell'andare avanti, nel mettere, "giorno dopo giorno" il piatto a tavola per la propria famiglia non sta su Facebook o Twitter a leggere certe affermazioni, uscite, battute, quel che sia (tweet&post), altrimenti, se oggi vota, domani avrebbe qualche ulteriore difficolta a farlo.



Fero - Avellino - 18 APRILE 2016 - Ore 19:16






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