Avellino. "Ciò cui siamo stati costretti ad assistere all’Asilo “Patria e Lavoro” è uno spettacolo indegno, che dà del PD irpino una immagine scostante, che legittima qualunquismo e fuga dalla responsabilità del voto, tutto a causa del penoso livello di un segretario tanto inadeguato a tale ruolo"; l'analisi, la valutazione politica dell'esponente di "Un senso alla nostra storia", ala sinistra del PD irpino, Lucio Fierro, il quale continuando politicamente definisce l'azione politica del Segretario quale arrogante perché unicamente assillato dall’incubo di tornare ad essere un “signor nessuno” se la maggioranza che lo sostiene dovesse sfasciarsi. I fatti parlano chiaro: una maggioranza che rappresentava sulla carta poco più della metà del partito si è arrogata il diritto di indicare tutti i candidati attraverso una serie ripetuta di veri e propri atti di prepotenza con il risultato finale di una ciambella venuta senza buco. In un partito diviso in aree, è interesse del partito stesso garantire nelle liste la rappresentanza la più aderente possibile alle articolazioni delle sue sensibilità. Noi avevamo proposto un metodo chiaro, più darsi anche imperfetto, ma l’unico in grado di farlo: che ciascun delegato indicasse una e una sola preferenza, determinando così un risultato di proporzione assoluta. Quelli che ad ogni piè’ sospinto ci ricordano che non contiamo nulla, hanno avuto paura. Avevamo in subordine proposto che si discutesse di criteri, proponendo la possibilità di una lista che avesse due rappresentanti di maggioranza, uno di minoranza ed un quarto, una donna scelto di comune accordo. Con l’arroganza, continua la valutazione politica, che lo contraddistingue De Blasio ha forzato il voto sulla sua proposta, pensando di riuscire ad imporre all’Assemblea un voto per alzata di mano (...) non c’ è riuscito ed ha raccolto appena 46 voti che rivelavano come l’Assemblea fosse non legalmente costituita in quanto, dopo l’abbandono delle minoranze, non solo non vedeva presenti i sessanta richiesti dallo Statuto per lo specifico procedimento di formazione delle liste, ma era persino minore dei cinquanta più uno, presenza canonica per rendere valida qualsiasi adunanza, persino quella del condominio di casa De Blasio. L'analisi politica; La Santaniello avrebbe dovuto proclamare che l’esito della votazione aveva certificato il venir meno del numero legale, senza neppure indicare il risultato di una votazione che era come se non si fosse tenuta (...) Sul piano politico è presto detto: i quattro nomi della maggioranza De Luca-Famiglietti-D’Amelio- Santaniello raccolgono, assieme 46 voti che diviso per i 4 candidati porta a ciascuno di loro una media di consenso di poco più di 11 voti a testa. Su Todisco è stato consegnato un documento di sostegno con 25 firme, un consenso che ne fa di certo il candidato sostenuto da più delegati: chi rappresenta cosa è sotto gli occhi di tutti. De Blasio dice che sarebbe cosa buona e giusta che Renzi veda il filmato dell’assemblea per giudicare. E’ l’unica cosa su cui ha ragione: glielo faremo avere! Sperando che poi, avendolo visionato, trovi il tempo per scendere da noi e cacciare De Blasio (...) da via Tagliamento!"

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